Come scrivere un annuncio di lavoro di successo

La domanda da cui partire, stavolta, è la seguente: perché i recruiter di tutto il mondo si sbracciano per spiegare ai candidati il valore di un curriculum ben scritto, e poi, quando la chiarezza è richiesta a loro, il risultato sono annunci di lavoro che impongono ai candidati un vertiginoso sforzo di concentrazione?

La risposta, o almeno una delle tante plausibili, c’entra col fatto che per molti dipartimenti HR la pubblicazione di un annuncio di lavoro è confinata al rango di mera formalità. Una specie di passaggio obbligato prima della selezione, del colloquio, della scelta del talento da inserire in azienda. Un errore, chiaramente, ma che accomuna da sempre troppi recruiter.

Per questo, negli anni, in tanti hanno cercato di mostrarci dov’è che l’ingranaggio della pubblicazione di un annuncio di lavoro, nove volte su dieci, rischiava di incepparsi. E ognuno ha finito per trarne il proprio vademecum su come scrivere un annuncio di lavoro di successo.

Tra i tanti che nel tempo ci sono passati sotto al naso, piuttosto efficace c’è parso da subito quello della piattaforma di job marketing Vonq. In un articolo dell’agosto scorso, la redazione si è divertita a spiegare gli errori più comuni commessi quando si confeziona un annuncio di lavoro. Ricavandone, di riflesso, gli otto suggerimenti che l’HR dovrebbe – sempre – cercare di tenere a mente prima di creare una job description.

Perché è vero che pubblicare un annuncio di lavoro richiede tempo e perizia, competenze e concentrazione, ma è anche vero che, come ogni cosa fatta a dovere, il ritorno in termini di efficacia è innegabile.

Insomma, punto primo, suggeriscono da Vonq, pensate bene al titolo del vostro annuncio. Individuate un titolo pertinente e facile da ricercare online. Un buon titolo, per esempio, è quello che descrive la funzione in tre parole. Quattro, al massimo, se appare troppo generico e c’è il rischio di una qualche ambiguità.

Due, chiedetevi quale aspetto della posizione che state offrendo renda il lavoro attraente agli occhi dei potenziali candidati. E qui Vonq offre uno spunto che reputiamo assai prezioso. Quanti, meglio di chi quella posizione la occupa, saprebbero suggerirvi cosa fa del loro lavoro il “place to be” per un potenziale candidato? In altre parole, chiedete al vostro collega cosa fa del suo un lavoro speciale. Poi, semplicemente, scrivetelo.

Tre, spiegate bene cosa state offrendo. Non temete un ritorno negativo qualora l’offerta economica non rendesse il vostro annuncio troppo interessante. Dopotutto, non di solo denaro si nutre un potenziale candidato. Se la posizione che state offrendo prevede viaggi e trasferte – anche brevi – a spese dell’azienda, in posti dove abitualmente andreste da turisti, beh, scrivetelo. Ma anche le dotazioni per svolgere l’attività possono essere attrattive per un potenziale candidato, ricordàtelo.

Quattro, la terminologia. Assicuratevi che sia quella giusta per la posizione che vi interessa. Non preoccupatevi, in questo caso, che risulti poco chiara a chiunque leggerà il vostro annuncio di lavoro. In fondo, non è di chiunque che avete bisogno. Piuttosto di chi, quei termini, si dà per scontato li conosca. E in qualche caso, c’è da augurarselo, persino meglio di voi.

Cinque, siate onesti. Mettete i candidati di fronte alla realtà delle competenze – veramente – indispensabili per la posizione che offrite. Ma non cedete neanche alla tentazione di abbassare troppo le richieste per paura che l’annuncio non abbia successo in termini di candidature raccolte. Dividete sempre cosa non deve mancare in un profilo e cosa costituisce invece un plus. Aiutatevi, se serve, con dei piccoli elenchi puntati.

Il sesto suggerimento riguarda un altro aspetto chiave degli annunci di lavoro: il contenuto accessorio. Buona parte della chiarezza dell’annuncio, va detto, evapora così. Informare il candidato sui valori dell’azienda, sulla sua storia, sul suo blasone, è importante, anzi fondamentale, ma non è un annuncio di lavoro il posto né il momento giusto per farlo. Per quello, ci sono spazi e strumenti migliori. Whirlpool, per esempio, ha scelto di distinguere così i due momenti di contatto col candidato.

Sette, mai sentito parlare di KISS? E’ l’acronimo inglese di keep it short and simple. In altre parole, vi stanno dicendo che, una volta individuato il vostro tone of voice aziendale, l’annuncio dovrà essere il più breve e semplice possibile.

Poi, siccome con gli acronimi da quelle parti vanno forte, ecco l’ottavo suggerimento che traducono con AIDA. Che poi sarebbero i punti cardinali sui quali orientare, d’ora in avanti, le vostre mosse di recruiting digitale: Attention, Interest, Desire and Action.

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