Employer Branding: un booster naturale per il recruiting

L’Employer Branding è un booster naturale per il recruiting di ogni azienda. Nato per descrivere la reputazione che ogni organizzazione si costruisce come datore di lavoro, su questo termine, e più in generale sulla sua centralità nel processo di ricerca e selezione del personale, si discute ormai da molti anni. Ma è solo di recente che la maggioranza delle divisioni HR sembra averne colto appieno il potenziale, cominciando a riconoscere il valore del giudizio dei candidati in termini di attraction.

Cominciamo intanto col dire che non esistono formule magiche, prassi miracolose che è possibile replicare con la stessa efficacia, in ogni ambito e allo stesso modo. Ogni azienda dovrebbe infatti prendersi cura della propria reputazione tenendo conto delle proprie caratteristiche.

Esiste, ad esempio, una differenza sostanziale tra l’Employer Branding di un’organizzazione i cui clienti sono altre aziende, e un’azienda di prodotti o servizi (di prodotti e servizi) che si rivolge direttamente al consumatore finale. 

Le basi per un buon Employer Branding

In questo articolo proveremo a tratteggiare le basi per un buon Employer Branding partendo dai cinque ambiti in cui applicare la vostra strategia.

  • Il sito “Lavora con Noi”
  • Gli annunci di lavoro
  • La gestione dei social media
  • Il processo di selezione
  • Onboarding e induction

La particolarità di ciascuno di questi ambiti, e il tipo di ruolo svolto da ognuno di questi in ottica di candidate experience, ci restituiscono soprattutto un dato: l’Employer Branding sta diventando un elemento sempre più importante in termini di ricerca e selezione del personale. E questo per via di come è in grado di generare appealing tra i candidati. Specie i più giovani.

Per questo è importante prima di tutto capire cosa la propria azienda ha da offrire a schiere di potenziali candidati mossi non più da leve economiche, bensì da valori etici o aspetti come l’equilibrio tra lavoro e vita privata e una forte identità culturale che abbracci i valori della diversità e della sostenibilità aziendale. 

Quello della ricerca del “purpose”, cioè di uno scopo più alto, che ormai caratterizza non più soltanto le nuove generazioni in cerca di lavoro, è d’altronde un tema che non dovrebbe essere sottovalutato da chi guida una direzione HR. 

Migliaia di studi e le testimonianze degli HR più esperti confermano che, soprattutto durante la pandemia, il rapporto di moltissimi candidati con la propria azienda (e il proprio lavoro più in generale), è stato oggetto di analisi e riflessioni. Che se in alcuni casi hanno portato a una conferma dell’interesse verso la propria azienda, in altri hanno spinto migliaia di giovani di tutto il mondo verso quella che Antony Klotz, professore di Management alla Mays Business School (Texas) ha definito la “great resignation”.

Il booster naturale per il recruiting

Proviamo ad analizzare questi ambiti uno a uno e capire in che modo è possibile fare del proprio Employer Branding un booster naturale per il recruiting aziendale.

  • Il sito “Lavora con noi” [inserire link ad articolo Lavora con Noi quando pubblicato]: pensate al vostro sito career come al cuore di tutti i vostri contenuti. È quello il posto in cui condividere la vostra Employer Value Proposition, le immagini e i video che rappresentano la vostra employee culture; che cosa implicano i vari ruoli; come sostenete i dipendenti con benefit e il modo in cui parlate di avanzamento di carriera e retribuzione. Deve essere elegante e professionale, meglio se con contenuti multimediali.
  • Gli annunci di lavoro: spesso creano la prima impressione sull’azienda. Assicuratevi pertanto che sia buona. Costruite gli annunci di lavoro parlando della vita nell’azienda, di come sta evolvendo l’organizzazione e in che modo il candidato potrà contribuire a questo obiettivo, invece di limitarvi a elencare i compiti da svolgere. Suggerimento bonus: includete dei video per aumentare le possibilità di contatto.
  • La gestione dei social media: i social media vi permettono di entrare in contatto con i candidati. Grazie a queste piattaforme, potete dare autenticità alle vostre testimonianze. I candidati possono seguire e monitorare la vostra azienda in azione in tempo reale per intuirne meglio la cultura.
  • Il processo di selezione: la candidate experience è importantissima per dimostrare che ciò che raccontate all’esterno corrisponde alla realtà dei fatti. Il processo deve essere fluido, tutti i soggetti coinvolti devono comunicare allo stesso modo ed essere in sintonia. Ogni momento speso con il dipendente può influire sull’employer branding. Non solo. Una tecnologia ben integrata e all’avanguardia farà la differenza con le nuove generazioni di “nativi digitali”. Prodotti innovativi che privilegiano i dispositivi mobili, la creazione di profili invece dei classici curricula, funzionalità di candidatura rapide e soluzioni di Employer Branding end-to-end rappresentano solo l’inizio.
  • Onboarding e induction: l’Employer Branding non termina nel momento in cui un neoassunto inizia a lavorare in azienda. I vostri dipendenti creano e vivono i valori aziendali ogni giorno. E sono i primi (e più autorevoli) ambassador del vostro EB.

 

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