Job hopping: senza engagement saltano anche i nervi dell’HR

È stata la rapidità con cui il job hopping è cresciuto dalla fine della pandemia a farci capire in fretta quale sarebbe stata la prima sfida delle divisoni HR nel cosiddetto “New way of working”: imparare a trattenere i talenti nelle nostre organizzazioni.

E che non ci trovassimo di fronte a una moda passeggera, ma anzi davanti a un vero e proprio cambiamento culturale del mercato del lavoro, ci abbiamo messo un po’ a capirlo. Lo abbiamo fatto quando, a distanza di anni dalla fine dell’emergenza, questo fenomeno continuava a condizionare le scelte di milioni di professionisti in tutta Europa.

Un segnale soprattutto per quelle organizzazioni più “business oriented” che da quel momento in poi hanno capito che c’era anche un altro tipo di capitale di cui doversi prendere cura. Quello umano.
Il job hopping e l’idea di “normalità”.
Sì perché, a emergenza ancora in corso, il job hopping ci sembrava solo uno dei tanti micro effetti collaterali di quel periodo tanto assurdo. La maggioranza dei colleghi HR era sicura che questa abitudine dei professionisti di “saltellare” da un lavoro all’altro non sarebbe durata a lungo. E che, anzi, sarebbe bastato “tornare alla normalità” per dimenticarcene.

Oggi sappiamo bene come stanno le cose. Innanzitutto abbiamo imparato che alla “normalità” – se per normalità intendiamo “il mercato del lavoro prima della pandemia” – non torneremo mai più. E poi abbiamo capito che il job hopping è a tutti gli effetti uno degli elementi di questa “nuova normalità” che stiamo attraversando. La sola e unica che esiste, tra l’altro.

Infine abbiamo imparato che a questo cambiamento, per quanto scomodo e pericoloso per la continuità dei nostri business model, c’è solo un modo di adeguarsi. Navigarlo.
Così le aziende provano a navigare il cambiamento.
Ma cosa vuol dire, per un’azienda, “navigare il cambiamento”? Cosa vuol dire, quando il cambiamento ha la forma di un valido collaboratore che di punto in bianco, senza il minimo segnale di allarme, prende armi e bagagli e saluta la compagnia?

Beh, vuol dire molte cose. Ma soprattutto vuol dire ricostruire da zero l’idea di relazione che fino a quel momento pensiamo unisca un’azienda alle sue persone.

In altre parole, vuol dire abbracciare una nuova cultura organizzativa che sposti il focus dalla produttività pura e semplice, alle persone. Le stesse che, a seconda di quanto sono o non sono soddisfatte, possono avere un impatto positivo o negativo su quella produttività.

Una filosofia che si declina in molti modi. Alcuni puramente teorici, altri concretamente pratici. Vediamo insieme quali sono le leve di questa trasformazione.
Le leve della trasformazione culturale:
● rinunciare all’idea che i collabotatori coltivino ancora il mito del lavoro ad ogni costo
● smettere di considerarsi in posizione dominante perché si offre un lavoro
● aprirsi all’ascolto dei bisogni delle proprie persone
● individuare gli elementi di valore della tua proposta
● disegnare una nuova esperienza in azienda facendone un “percorso a tappe”
● definire gli strumenti necessari all’evoluzione dei tuoi collaboratori
● accettare l’idea che il massimo non basti
● accompagnare all’uscita chi vuole partire
● attivare una strategia di “boomerang recruiting” per gli ex-collaboratori
Contrastare il disengagement per ridurre il job hopping.
Il futuro del lavoro, insomma, passa dalle persone. E il job hopping ce lo sta insegnando. Lui, e tutti quei fenomeni più o meno evidenti con cui abbiamo imparato a familiarizzare negli anni successivi alla pandemia, come great resignation e quiet quitting.

Tre facce della stessa medaglia, potremmo dire, visto che tutti e tre questi fenomeni trovano linfa nella stessa matrice: il malcontento e la disillusione delle persone al lavoro. Per attenuare l’effetto di questi fattori, come HR abbiamo il dovere (e la possibilità) di agire sul loro disengagement.

Ma anche in questo caso, per reimmaginare il panorama lavorativo dobbiamo tentare qualcosa che sembra impossibile. Dobbiamo immaginare non solo come sarà il mondo del lavoro tra 10, 15 o 20 anni, ma come vogliamo che sia.
Tre lezioni per le divisioni HR.
Questo significa soprattutto smettere di considerare le persone come uno dei problemi delle nostre organizzazioni e coinvolgerle, invece, come parte della soluzione. Solo così potremo continuare a costruire un business e un mondo del lavoro migliore per tutti.
Per farlo, le organizzazioni hanno davanti 3 task:

1. Aiutare le persone a trovare il proprio scopo e a realizzare il proprio pieno potenziale attraverso piani di sviluppo orientati al benessere personale e alla strategia aziendale. Si tratta di qualcosa che va oltre il semplice limitarsi a gestire programmi di upskilling o reskilling. Si tratta di dotare le persone degli strumenti per guidare il loro cambiamento, nell’interesse proprio e di tutta l’organizzazione.

2. Sperimentare nuovi modelli e nuove formule di lavoro per garantire maggiore flessibilità e sicurezza. Si tratta di consentire alle persone di scegliere come vogliono lavorare a seconda della fase della loro vita.

3. Mettere il benessere in prima linea nella preparazione al futuro del lavoro con azioni significative (non solo campagne di “sensibilizzazione”). Si tratta di fornire supporto pratico e coaching alle persone mentre valutano le loro opzioni future.
Il job hopping può diventare un innesco per il tuo cambiamento.
Solo in questo modo fenomeni come il job hopping possono di fatto diventare un potenziale opportunità per il cambiamento della tua organizzazione.

Spesso, però, trasformazioni culturali così profonde, hanno bisogno di stimoli esterni. Individuare i migliori talenti già pronti a vivere il cambiamento che stai immaginando potrebbe non essere facile. E potrebbe volerci molto tempo.

Per questo in Monster abbiamo realizzato una soluzione 100% digitale e flessibile che ti permette di massimizzare il tuo investimento in ricerca e selezione, ma anche di tenere sempre sotto controllo il ROI delle tue campagne di recruiting.

Si chiama Pay for Performance e ti permette di pagare soltanto per i risultati che ottieni. Vieni a scoprirla ora ora nella nostra sezione dedicata.