Boomerang Recruiting: il vantaggio di assumere un… ex

Negli Stati Uniti, dove il turn over e la flessibilità costituiscono la fibra di ogni rapporto di lavoro, la proporzione è di uno a tre. Ma anche in Italia, benché ancorati all’idea del posto fisso, si viaggia attualmente su percentuali che a stento raggiungono la doppia cifra, quella del “boomerang recruiting” è una pratica destinata a toccare a breve una diffusione vertiginosa.

Colpa (o merito) dell’ingresso sul mercato del lavoro della Generazione Z. Contraddistinta da un “nomadismo” professionale senza precedenti, questa nuova classe di occupati avrà infatti molta più dimestichezza di chi l’ha preceduta con una prassi ancora piuttosto insolita da queste parti: essere riassunti dal proprio ex datore di lavoro.

Per quanto robusta possa essersi dimostrata negli anni una politica di retention aziendale, è infatti la morfologia di questa nuova ondata di professionisti, per sua stessa natura, a imporre agli HR l’introduzione di una serie di contromisure adeguate e un sostanziale cambio di paradigma.

Il che vuol dire, in primo luogo, che in azienda ci sarà sempre meno spazio per il risentimento in futuro. Come ogni altra inclinazione del carattere umano, fuori mercato, avrebbe del resto un costo troppo alto per essere sostenuto a lungo.

Tradotto: niente più black list di dipendenti che, per una ragione o per l’altra, a un certo punto del proprio percorso, senza giustificazioni apparenti – o almeno invisibili agli occhi del proprio datore di lavoro – decidono che è il momento di prendere le proprie cose, salutare tutti e cambiare aria. Salvo nei casi in cui venga lesa la fiducia, comunque indispensabile per il mantenimento di ogni rapporto professionale, al collaboratore, in futuro, andrà dunque concessa una maggiore dose di comprensione qualora, di punto in bianco, decida di guardare altrove in cerca di nuove sfide e di stimoli differenti. E questo perché, molto semplicemente, il dinamismo sarà sempre più un tratto distintivo della sua natura di professionista.

Ma cambio di paradigma significa per un HR anche introduzione di prassi fino a ieri considerate superflue. Come, ad esempio, la creazione di un “Alumni program”: l’insieme di misure pensate per riportare nell’organizzazione gli ex corporate alumni, ovvero quei collaboratori che durante il percorso in azienda si sono particolarmente distinti. Ridurre sensibilmente tempi e costi d’ingaggio, facilitare l’ingresso in team, limitare eventuali rischi futuri e accrescere il ritorno dell’investimento: eccoli, uno dopo l’altro, i vantaggi di un boomerang recruiting davvero efficace.