Tecnologia dell’informazione: l’ora del recruiting seduttivo

Difficili da trovare, (quasi) impossibili da convincere. Gli specialisti in tecnologia dell’informazione sembrano essere diventati la “specie a rischio estinzione” del mercato del lavoro. O, per meglio dire, del “nuovo” mercato del lavoro. E questo per via della caccia spietata che da qualche anno danno loro quei recruiter e quegli HR sempre più spinti dal bisogno delle proprie aziende di competenze IT.

Non deve stupire, perciò, se in un clima di grande competitività, per accaparrarsi i migliori talenti in ambito TIC (tecnologia dell’informazione e della comunicazione), molte divisioni HR abbiano deciso di far scattare l’ora del recruiting seduttivo. 

Guai a dimenticare, infatti, che quando parliamo di esperti IT ci riferiamo a professionisti che agevolmente trovano il lavoro che cercano, e che difficilmente lo lasciano.

Tecnologia dell’informazione: a chi parliamo?

Se fino a qualche anno fa vivevano relegati ai margini dell’azienda, considerati come i tipi singolari, o i nerd a cui tocca il “lavoro sporco” (per lo più guasti ai sistemi o grane in ambito digital), in poco tempo i professionisti delle TIC hanno scalato le gerarchie aziendali prendendosi il posto che meritavano. Parlando di loro, oggi, ci rivolgiamo quindi a profili top, sempre più vicini al management, e soprattutto con retribuzioni importanti. Insomma, i brutti anatroccoli sono diventati i cigni che ora tutti guardano con rispetto, se non addirittura con ammirazione. Quelli che “guai a farseli scappare”, insomma.

Avvicinare e convincere risorse di questo tipo, per chi si occupa di ricerca e selezione del personale in azienda, significa dunque fare una grande lavoro a monte del processo di selezione. Sia in termini di ricerca “pura”, sia in termini di comunicazione. Ovvero:

  • di ricerca: sulle preferenze e la personalità del talento che si tenta di sedurre
  • di comunicazione: perché si tratterà di usare modi e argomenti giusti per convincerlo

In definitiva, già al primo approccio sarà necessario approfondire i temi legati alla qualità della vita e allo sviluppo delle competenze, affrontando argomenti che spazino dai linguaggi informatici utilizzati in azienda, allo spirito di squadra; dall’adozione di politiche di welfare e work-life balance, alla crescita personale, fino allo sviluppo di progetti trasversali. 

Ma soprattutto: un recruiting seduttivo non può prescindere dalla capacità del recruiter di trasmettere al profilo da ingaggiare gli elementi della corrispondenza perfetta tra il suo background, comprensivo delle sue aspirazioni, e la proposta di lavoro.

I professionisti delle TIC e la spintarella motivazionale

Chiaro, poi, che il recruiter dovrà usare anche le armi del fine psicologo, laddove per catturare l’attenzione di un giovane talento delle TIC, e sperare nella firma sul contratto, dovrà toccare alcune importanti leve motivazionali. Assicurando, ad esempio, che l’azienda è in grado di garantire alcuni tra i desiderata più appetibili per questo genere di profili. Vale a dire:

  • un’organizzazione del lavoro flessibile
  • maggiori responsabilità all’interno dei team
  • progetti ambiziosi e stimolanti
  • retribuzioni competitive

Il racconto della posizione dovrebbe pertanto mettere in evidenza quanto e come il lavoro offerto rappresenti un’opportunità concreta di crescita, al tempo stesso stimolante, piacevole e (inutile dirlo) redditizia.  

Tecnologia dell’informazione: il ruolo dell’Employer Branding

In definitiva, è proprio sulla base delle informazioni raccolte dal mercato che un recruiter può riuscire nell’obiettivo di impostare una strategia di recruiting seduttivo e trasformare i potenziali candidati in futuri collaboratori.

Perché questo avvenga, però, sarà necessario che tutto sia in linea con le aspettative di crescita e gli obiettivi professionali che la risorsa vorrà perseguire. Decisivo potrebbe essere anche il profilo aziendale presente sul web, in particolare la pagina career, che resta la prima strategica arma di seduzione e reclutamento dei talenti. 

A patto però che risponda, anche questa, ad alcuni fondamentali requisiti. Vale a dire:

  • che sia in grado di presentare l’azienda nel suo complesso
  • che esprima chiaramente i valori e lo spirito aziendali
  • che dia una visione concreta della vita quotidiana in ufficio
  • che illustri chiaramente le offerte di lavoro
  • che abbia un processo di candidatura intuitivo, agile e mobile friendly, soprattutto

Perché sono i particolari, agli occhi di un profilo IT, a fare tutta la differenza del mondo.

 

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