La logistica, la “doppia responsabilità”, le persone al centro: com’è l’HR visto da “dietro le quinte”

La pandemia vissuta “dietro le quinte” della logistica e dei trasporti, la responsabilità individuale e quella collettiva, il ruolo della tecnologia e le persone sempre al centro. Intervista a Ruggero Poli e Marilena Dalla Patti, Managing Director ed HR Director di Kuehne+Nagel Italia.

Tornate per un secondo con la memoria alle prime settimane della pandemia. Alla faglia che si è aperta sotto ai nostri piedi nel giro di una manciata di giorni. Allo spaesamento collettivo. Tornate giusto un istante alle misure adottate, alle chiusure imposte, ai veti sugli spostamenti. All’incertezza come misura per tutte le cose. Fatto? Adesso provate a vestire i panni di chi, in tutto questo, mentre cioè il mondo veniva esortato a chiudersi in casa, ogni mattina affrontava la giornata come se niente stesse accadendo. Sveglia alla solita ora, stesso percorso casa-lavoro, medesimi orari, mansioni identiche.

Ora cambiate prospettiva. E invece che dalla parte del singolo ingranaggio, provate a mettervi da quella di chi deve farlo muovere. Dalla parte cioè di chi lo deve inserire in un disegno generale e, insieme ad altri ingranaggi, far funzionare la macchina. Perché il mondo poteva pure chiudersi in casa tutto in una volta, ma mica lo si poteva fermare.

Bene: se vi siete applicati a fondo nell’esercizio, dovreste riuscire ad avere una vaga idea di cosa possano essere state le prime settimane della pandemia da Coronavirus per Ruggero Poli e Marilena Dalla Patti, rispettivamente Managing ed HR Director di Kuehne+Nagel Italia, costola italiana del gigante svizzero-tedesco della logistica e dei trasporti.

Più che un incubo, sembra un cortocircuito: il mondo rallenta, ma voi dovete muovervi più in fretta per evitare che si fermi. Vista dal di dentro, che genere di sfida è stata, per voi, la pandemia?

Lei parla di sfida, e in effetti lo è stata, ma io ripenso soprattutto al senso di responsabilità di quei giorni – ci racconta Ruggero PoliUna doppia responsabilità, se ci pensa: una individuale, come Kuehne+Nagel, l’altra collettiva, come settore. 

Che differenza c’è tra l’una e l’altra?

Nel primo caso hai un solo imperativo: mettere in sicurezza le persone. Ed è quello che abbiamo fatto. Sin dalle primissime ore dell’emergenza, abbiamo attivato un’unità di crisi cross-funzionale con il compito di acquisire informazioni sugli sviluppi della pandemia e tradurle in azioni, protocolli e misure che garantissero sempre la massima tutela della salute dei nostri collaboratori, dei clienti e delle comunità a cui apparteniamo.

E il secondo caso?

(sorride) Nel secondo caso abbiamo assistito a un ribaltamento d’immagine rapido e profondo. 

In che senso?

Fino al giorno prima del lockdown, la logistica e i trasporti erano il “dietro le quinte” del mondo. Dal giorno dopo l’importanza strategica di questo settore, soprattutto in contesti critici, è diventata evidente a tutti. Noi di Kuehne+Nagel consideriamo questa una grande responsabilità. E l’abbiamo vissuta con consapevolezza e impegno per continuare a garantire un servizio d’eccellenza ai nostri clienti, sempre tutelando la salute di tutti.

Una visibilità che ha significato anche qualche opportunità in più in un’ottica di talent attraction, non è così? 

Certamente – annuisce Marilena Dalla Patti, HR Director Kuehne+Nagel Italiaopportunità che vogliamo cogliere per iniziare a costruire fin da oggi il nostro futuro del lavoro. In ottica HR, per esempio, stiamo portando avanti il percorso di innovazione cominciato già prima della pandemia.

Ci spieghi meglio.

Innovazione e tecnologia sono da sempre parte del DNA Kuehne+Nagel; basti pensare all’ampio ventaglio di soluzioni digitali e sostenibili che ogni giorno offriamo ai nostri clienti. Lo stesso approccio vale al nostro interno: per un’Azienda che occupa in Italia circa 3.000 collaboratori, il 25% dei quali white collar, innovazione e tecnologia sono la base della collaborazione. Già prima della pandemia, concetti come “zoom call”, “smart working” e “social network interni” erano già ampiamente in uso nella nostra Azienda. Di fatto, stiamo facendo leva sul digital per rendere il nostro “candidate journey” un’esperienza a valore aggiunto.

E quindi in che modo stanno cambiando, per voi, attraction e onboarding?

Abbiamo lanciato di recente, per esempio, la Welcome@KN App. Si tratta di una web app che consente al candidato selezionato di entrare in contatto con la cultura e i valori Kuehne+Nagel molto prima del suo primo giorno in azienda. Iniziamo ad accoglierlo già prima del suo ingresso ufficiale.

Quanto al modo di selezionare talenti sul mercato del lavoro, invece, che novità avete registrato?

La pandemia ha portato nuove consapevolezze e fatto emergere bisogni diversi nelle aziende – ci racconta ancora l’HR Director -, quindi anche il concetto di “candidato ideale” risente molto dei cambiamenti determinati dall’emergenza. Naturalmente, la richiesta di competenze digitali è maggiore rispetto a un anno e mezzo fa. Così come il bisogno di soft skill. Pensiamo solo al 2019: il concetto di “change management” era importante, ma oggi è strategico per valutare un profilo medio alto. La capacità di reazione, di adattamento, di empatia, di semplificazione in contesti complessi, di guida e supporto dei team, sono tutti aspetti che oggi sono assolutamente prioritari. 

Questo per chi entra, ma per chi è già dentro, Kuehne+Nagel a che azienda somiglia?

A un’azienda che sta innovando, investendo molto sulle persone e sui loro bisogni, dentro e fuori dal contesto professionale. Abbiamo dato una forte spinta ai temi dell’attenzione alle persone e al concetto di leadership, favorendo una cultura fondata su diversità e inclusione e supportando la capacità di alimentare la crescita dei propri collaboratori. E penso, per esempio, all’intenso piano di sviluppo dedicato ai manager nel 2021 e all’Annual Training Plan creato per tutte le nostre persone. Oppure alle iniziative di welfare e alla nuova gestione della flessibilità oraria per migliorare il work-life balance delle persone. Questo perché vogliamo concretamente che le nostre persone siano fiere di lavorare in Kuehne+Nagel.

Sembra quasi la “rivoluzione della normalità” che molti esperti di Risorse Umane auspicano diventi la guida per l’employer branding del post-pandemia.

L’approccio è culturale: ogni giorno ci impegniamo a costruire una cultura che pone la persona al centro di tutto ciò che facciamo. Come HR, il nostro ruolo è essere i migliori partner del business per raggiugere gli obiettivi strategici. Questo significa ascoltare i bisogni dei collaboratori per costruire un ambiente di lavoro a cui sentono di appartenere.

E quali sono questi bisogni, in un sistema di regole e valori completamente riscritto dall’emergenza?

La lista è lunga perché la pandemia ha fatto emergere anche per i collaboratori nuove necessità ed esigenze diverse rispetto al passato. Per esempio, il bisogno di empatia a fronte di una spinta sempre più decisa sul digitale; penso al work-life balance e alla flessibilità, e in questo in Kuehne+Nagel ci siamo mossi in anticipo rispetto alla pandemia; o al diritto alla disconnessione, perché Smart Working sia davvero un’opportunità; oppure ancora alla sicurezza, valore inderogabile; il welfare e il well-being, strumenti di soddisfazione incredibili e grandi alleati in ottica retention…

… ehm – interviene Ruggero Polivorrei aggiungere…

Prego.

… o anche sapere che la tua azienda non è soltanto un’entità estranea, ma una comunità di persone tutte diverse che condividono con te, oltre al loro tempo, anche i loro valori.

Ho come l’impressione che sui valori potrebbe aprirsi una lunga discussione…

Beh, anche se le raccontassi soltanto del nostro programma Net Zero Carbon, che ci porterà entro il 2030 a neutralizzare le emissioni di CO2 non soltanto nostre, come già avviene, ma anche quelle dell’intera nostra filiera di fornitori e clienti, credo proprio di sì. Ma visto che siamo arrivati alla fine dell’intervista, le do soltanto un numero: 78.000.

Settantottomila?

Alberi. Sono quelli piantati in un solo anno, in Messico, per celebrare il compleanno di ognuno dei nostri collaboratori sparsi nel mondo. Vede? Ci sono tanti modi per parlare di valori…

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