Il marketing della formazione: così le aziende “approfittano” del COVID-19

Formazione durante il Covid19

Con l’inizio della reclusione forzata, milioni di lavoratori italiani si sono trovati nella condizione imprevista e improvvisa di dover amministrare, tutta insieme, una quantità sconcertante del loro tempo libero (va bene, libero per modo di dire).

 

Gente che fino al giorno prima usciva di casa per rientrare solo a giornata conclusa, dalla sera alla mattina ha dovuto reinventare quasi da zero le proprie abitudini. Riadattare i concetti di spazio e di tempo a una specie di loop infinito; scandito solo dai pasti, dal sonno e dalla luce del giorno. Zero le possibilità di mettere il naso fuori dalle mura domestiche, se non per rispondere a quei due, tre bisogni primari. 

 

Come era logico attendersi da un momento del genere, qualcuno ha saputo fiutare la portata (pazzesca) della faccenda e si è dato da fare. Tra questi, oltre alle solite – reattivissime – divisioni marketing, anche siti d’informazione che fanno bene il proprio mestiere e società pubbliche e private di vario genere. 

 

In pratica, nel giro di qualche ora, mano a mano che le disposizioni si facevano sempre più estese e stringenti, ovunque, dalle mail alle app, dalle bacheche social al resto dell’arco digitale, sul web era già tutto un consiglio su cosa fare, cosa leggere, cosa guardare in tivù, cosa ascoltare, cosa comprare, cosa mettere in padella in questi giorni di quarantena obbligata.

Non sono mancate, naturalmente, nemmeno iniziative di solidarietà “pura” a supporto dei tanti, tantissimi italiani passati da una vita cosiddetta ordinaria a un isolamento quasi totale.

E mentre il mondo si capovolgeva, le divisioni HR non stavano a guardare. Insieme alla comunicazione di interruzione momentanea delle attività, alcune organizzazioni hanno infatti avuto l’intuizione di far recapitare ai propri collaboratori un elenco di disposizioni, di consigli e di attività utili per affrontare meglio questo periodo di congedo professionale retribuito.

 

Tra i casi più interessanti intercettati sul web, va senz’altro citato quello di The Walt Disney Company.

Con una comunicazione in stile disneyano, l’azienda in questo caso ha messo a disposizione dei propri collaboratori costretti a casa dal COVID-19 una serie di “iniziative webinar su varie tematiche: da pillole di antifragilità e gestione dello stress a sessioni di pranayama”, come ha raccontato in un post l’Head of HR Italy, Silvia Ferrari.

 

Ma il gigante dell’intrattenimento non è che uno degli esempi virtuoso di gestione delle risorse umano in frangenti d’emergenza come quello che attraversa l’Italia. Molte altre organizzazioni, quando l’orizzonte temporale dei provvedimenti governativi non lasciava ormai più alcun margine di dubbio circa la ripresa delle attività, si sono organizzate come hanno potuto. Nella più parte dei casi, assecondando le proprie inclinazioni, i propri valori, o – in qualche caso – perfino il proprio business. 

Per mantenere vivo il legame coi propri collaboratori ed evitare sconvenienti cali di motivazione, molti hanno quindi suggerito a chi fosse rimasto a casa, e nella possibilità di farlo, di intraprendere percorsi formativi di vario genere. Altri hanno invece preferito concentrarsi solo sul management, invitando i vertici delle divisioni aziendali ad approfittare del momento per investire energie e tempo su piattaforme di e-learning interne o gestite da terzi.

Significativi, infine, anche i casi di quelle aziende del tutto sprovviste di percorsi formativi per i propri collaboratori, che hanno approfittato del COVID-19 – ammesso che si possa dire così – per strutturare piccoli piani di up-skilling e re-training da offrire alla propria forza lavoro.

Un modo brillante per applicare qualche virtuosa nozione di marketing alla gestione delle risorse umane e per mantenersi vicini a chi fa grande l’azienda ogni giorno. Oltre che per valorizzare con la formazione una quarantena obbligata che cambierà le abitudini di molti. Divisioni HR in primis.