Burnout: cosa fare e come prevenirlo in azienda

Il burnout è una sindrome legata allo stress lavoro-correlato che porta il soggetto all’esaurimento delle proprie risorse psico-fisiche. Caratterizzato da sintomi psicologici negativi come apatia, nervosismo, irrequietezza, demoralizzazione, il burnout può anche associarsi a problematiche fisiche come cefalea, disturbi del sonno, e disturbi gastrointestinali.

Questo stato di esaurimento è riconosciuto dall’OMS come “fenomeno occupazionale” dal maggio del 2019, anche se non è ancora considerato una condizione medica.

Come suggerisce l’OMS, il burnout è uno stato di stress cronico lavoro-correlato caratterizzato dalla sensazione di completo esaurimento delle proprie energie fisiche e mentali. Il termine burnout significa letteralmente “bruciato”, “esaurito” o “scoppiato” e viene utilizzato per descrivere una particolare forma di esaurimento psicofisico collegato al mondo del lavoro.

I tre aspetti principali che caratterizzano la sindrome da burnout sono:

  1. Esaurimento
    Le persone in burnout si sentono prosciugate ed emotivamente esauste, incapaci di far fronte alle richieste del lavoro, stanche e giù di morale e sentono di non avere abbastanza energia. Le persone si sentono prosciugate e incapaci di recuperare le energie per poter affrontare nuovi progetti lavorativi.

  2. Sensazione di alienazione dalle attività lavorative
    Le persone in burnout percepiscono il loro lavoro sempre più stressante e frustrante. Possono iniziare a essere cinici verso i colleghi o verso i destinatari della propria attività lavorativa. Allo stesso tempo iniziano a distanziarsi emotivamente, mostrando un deterioramento progressivo dell’impegno nei confronti del lavoro.

  3. Riduzione delle performance lavorative
    Il burnout peggiora le performance lavorative, riducendo la motivazione, la concentrazione e la creatività. Man mano che le prestazioni lavorative calano, le persone si sentono sempre più sopraffatte dalle richieste professionali e sentono di non essere in grado di rispondere adeguatamente ai loro compiti lavorativi. La persona perde fiducia nei confronti delle proprie capacità.

Ma chi è a maggior rischio?

Tutti coloro che svolgono una professione sono potenzialmente a rischio burnout, anche se quelli che corrono i rischi maggiori sono quelli che lavorano nelle cosiddette “professioni d’aiuto”, quindi medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali etc. 

Secondo molti ricercatori infatti, l’essere costantemente a contatto con i bisogni e le necessità dell’utenza è un fattore stressante che, se non adeguatamente contrastato, può favorire l’insorgere del burnout. Anche altri professionisti, come forze dell’ordine, guardie carcerarie e pompieri, spesso a contatto con altre persone o impegnate a gestire emergenze, possono andare facilmente incontro al burnout.

Cause e sintomi 

Le cause all’origine della sindrome del burnout sono multifattoriali e diverse tra loro: 

  • Carichi di lavoro eccessivi e protratti nel tempo
    Una delle cause più comuni di burnout è l’eccesso di lavoro senza sufficiente tempo di recupero. Lavorare per lunghe ore senza adeguate pause può portare a un accumulo di stanchezza fisica e mentale.

  • Mancanza di controllo sul proprio lavoro
    Quando i lavoratori sentono di non avere voce in capitolo nelle decisioni che riguardano il loro lavoro, possono sentirsi impotenti e frustrati.

  • Basso senso di appartenenza all’organizzazione
    Sentirsi disconnessi dall’organizzazione per cui si lavora può ridurre la motivazione e aumentare il rischio di burnout.

  • Tensioni tra colleghi e clima organizzativo non supportivo
    Un ambiente di lavoro ostile o conflittuale può aumentare lo stress e il rischio di burnout.

  • Insicurezza lavorativa o mancanza di riconoscimento per il proprio lavoro
    La mancanza di stabilità e il non sentirsi apprezzati possono contribuire significativamente allo sviluppo del burnout.

  • Lavoro monotono, ripetitivo o senza sfide e obiettivi
    La mancanza di stimoli e di opportunità di crescita può portare a una diminuzione della motivazione e all’aumento del rischio di burnout.

  • Ambiente lavorativo caotico o con pressioni eccessive
    Lavorare in un ambiente disorganizzato o con aspettative irrealisticamente alte può essere estremamente stressante.

Infine, alcune caratteristiche personologiche sono state correlate significativamente al rischio di burnout. Tra queste, una tendenza al perfezionismo, una visione pessimistica di sé stessi e del mondo, il bisogno di mantenere il controllo e il porsi obiettivi e traguardi professionali troppo elevati e irrealistici.

Ma come individuare i principi sintomi del bornout?

I principali sintomi del burnout si possono suddividere in tre categorie: sintomi fisici, sintomi psichici e sintomi comportamentali. L’emersione di questi sintomi è in genere subdola e avviene lentamente, rendendo difficile identificare, soprattutto nelle prime fasi, i segni del burnout.

Sintomi fisici del burnout

  • Sentirsi stanco e svuotato per la maggior parte del tempo
  • Avere basse difese immunitarie che causano malattie frequenti
  • Lamentare frequenti mal di testa o dolori muscolari
  • Manifestare cambiamenti nell’appetito e difficoltà nel sonno

Sintomi psichici del burnout

  • Senso di fallimento o di scarsa autostima
  • Sentirsi senza speranza, intrappolato o sconfitto
  • Sensazioni di distacco dal proprio lavoro
  • Perdita della motivazione
  • Ridotta soddisfazione e senso di realizzazione
  • Stato di costante tensione e irritabilità
  • Cinismo

Sintomi comportamentali del burnout

  • Rinuncia a prendersi delle responsabilità
  • Procrastinazione e ridotta produttività
  • Utilizzo di cibo, alcol o sostanze per gestire i sintomi emotivi
  • Parlare frequentemente agli altri delle proprie frustrazioni
  • Assenteismo sul lavoro

Abbiamo parlato delle cause e dei sintomi fisici, psichici e comportamentale dobbiamo capire come affrontare questo delicato momento. Che sia per voi o per i vostri dipendenti quando si iniziano ad avvertire i primi sintomi del burnout, la prima risposta è quella di cercare di scacciare le sensazioni di stanchezza e di esaurimento facendo leva sulla forza di volontà. Questo tentativo però, tendenzialmente, peggiora la situazione. Per affrontare il burnout è necessario modificare il proprio stile di vita e il proprio modo di vivere il lavoro. 

Alcuni consigli pratici sono: migliorare le relazioni sul posto di lavoro, trovare un maggiore equilibrio tra vita privata e vita professionale e riposarsi e fare attività fisica.

Aziende e burnout: come fare prevenzione

Le aziende hanno un ruolo cruciale nella prevenzione del burnout tra i loro dipendenti. Implementare strategie efficaci non solo aiuta a mantenere la salute e il benessere del personale, ma migliora anche la produttività e riduce i costi legati a malattie e assenteismo. 

Ecco alcune azioni che un’azienda può intraprendere per prevenire il burnout:

  1. Promuovere un ambiente di lavoro positivo
    Creare un ambiente lavorativo supportivo, dove i dipendenti si sentano apprezzati e rispettati, è fondamentale. Questo include avere una cultura aziendale che valorizzi il benessere dei dipendenti e promuova l’equilibrio tra vita lavorativa e privata.

  2. Gestione dei carichi di lavoro
    È importante assicurarsi che i dipendenti abbiano carichi di lavoro gestibili. Le aziende possono implementare una pianificazione del lavoro che preveda pause adeguate e un’assegnazione equa delle mansioni per evitare sovraccarichi.

  3. Formazione e supporto
    Fornire formazione ai manager su come riconoscere i segni del burnout e su come supportare i dipendenti a rischio. Inoltre, offrire sessioni di formazione sulla gestione dello stress e sulla resilienza può aiutare i dipendenti a sviluppare competenze utili per affrontare le sfide lavorative.

  4. Flessibilità e autonomia
    Offrire flessibilità negli orari di lavoro e la possibilità di lavorare da remoto può aiutare i dipendenti a gestire meglio le proprie responsabilità personali e lavorative. Inoltre, concedere maggiore autonomia nelle mansioni può aumentare il senso di controllo e soddisfazione lavorativa.

  5. Supporto psicologico
    Mettere a disposizione servizi di consulenza psicologica o programmi di assistenza per i dipendenti può fornire un supporto essenziale. Questi servizi dovrebbero essere accessibili e riservati, per garantire che i dipendenti si sentano a proprio agio nel cercare aiuto.

  6. Promuovere la mindfulness e il benessere
    Incoraggiare la pratica della mindfulness e altre tecniche di rilassamento, come lo yoga o la meditazione, può aiutare i dipendenti a gestire meglio lo stress. Organizzare workshop o fornire accesso a risorse digitali per la pratica della mindfulness può essere una buona iniziativa.

A volte la prevenzione può non essere sufficiente e quando un dipendente comunica di essere in burnout, è fondamentale che l’azienda risponda in modo tempestivo e adeguato.

Ecco alcune azioni che possono essere intraprese:

  • Ascolto e supporto immediato
    Offrire un ascolto empatico e non giudicante è il primo passo. È importante che il dipendente si senta compreso e supportato. Un colloquio privato con un supervisore o un responsabile delle risorse umane può essere un buon inizio.

  • Riduzione del carico di lavoro
    Valutare la possibilità di ridurre temporaneamente il carico di lavoro del dipendente. Questo può includere la ridistribuzione di alcune mansioni o l’assegnazione di progetti meno stressanti.

  • Ferie o congedi
    Se necessario, concedere un periodo di ferie o un congedo per malattia può aiutare il dipendente a recuperare. Questo tempo lontano dal lavoro può essere essenziale per il recupero fisico e mentale.

  • Consulenza professionale
    Offrire l’accesso a un servizio di consulenza professionale, se non già disponibile. Un terapeuta o un consulente può fornire il supporto necessario per affrontare il burnout.

  • Pianificazione del rientro
    Collaborare con il dipendente per sviluppare un piano di rientro al lavoro graduale e sostenibile. Questo può includere orari flessibili e una graduale reintroduzione delle responsabilità lavorative.

  • Valutazione e modifiche a lungo termine
    Analizzare le cause che hanno portato al burnout e apportare modifiche strutturali o organizzative per prevenire il ripetersi della situazione. Questo può includere miglioramenti nella gestione del carico di lavoro, nella comunicazione interna e nelle politiche aziendali relative al benessere dei dipendenti.

La Dott.ssa Cavallini,  rinomata Psicologa del lavoro e Operations Director di Mindwork, società che si occupa di benessere psicologico in azienda, analizza le cause multifattoriali del burnout, evidenziando come fattori personali e organizzativi possano contribuire allo sviluppo di questa condizione. Nel suo libro, ”Ritorno al benessere: gestire lo stress e prevenire il burnout per organizzazioni sostenibili”, attraverso un’analisi approfondita e basata su dati scientifici, esplora i sintomi fisici, psichici e comportamentali del burnout, offrendo strumenti utili per riconoscerli tempestivamente.

Uno degli aspetti centrali del libro è l’enfasi sulla prevenzione. La Dott.ssa Cavallini propone strategie efficaci per gestire lo stress e promuovere il benessere all’interno delle organizzazioni. Viene sottolineata l’importanza di creare ambienti di lavoro sostenibili, dove il benessere dei dipendenti è prioritario. 

Il libro fornisce inoltre consigli pratici per migliorare le relazioni sul posto di lavoro, bilanciare vita professionale e privata, e adottare uno stile di vita salutare. “Ritorno al benessere” non è solo un manuale per i professionisti della salute mentale, ma anche per manager e responsabili delle risorse umane, che hanno la responsabilità di creare e mantenere ambienti di lavoro sani. La Dott.ssa Cavallini offre una visione chiara e accessibile su come implementare politiche aziendali che favoriscano il benessere e riducono il rischio di burnout, contribuendo così a costruire organizzazioni più resilienti e produttive.

In Monster, crediamo fermamente nel potere del lavoro di squadra, dell’unione e del rispetto reciproco. Da anni, ci dedichiamo a migliorare le condizioni lavorative e a prevenire fenomeni come la “great resignation” agendo proattivamente nella ricerca del match perfetto tra aziende e candidati. Questo è reso possibile anche grazie alla nostra soluzione Pay For Performance, che consente di individuare i candidati ideali per la tua azienda. Contattaci per ulteriori informazioni.